Sconosciuto all'Occidente fino al 1600 il tè è storicamente legato al mondo orientale e, in particolare, alla tradizione cinese, in cui ricopriva il doppio ruolo di materiale cerimoniale e bevanda medicinale.
Nell’antichità l'infuso era bevuto soprattutto per le sue proprietà stimolanti alla presenza di caffeina che tuttavia, ad alte concentrazioni, può provocare effetti indesiderati, come ipertensione, tachicardia e insonnia.
I vantaggi legati al consumo di tè sono noti da tempo e assolutamente confermati dai più recenti studi scientifici, che li associano principalmente alla presenza di flavonoidi.
Secondo numerose ricerche le catechine presenti nella bevanda hanno un ruolo importante nella prevenzione di diversi disturbi e patologie quali cancro, malattie cardiache, sclerosi multipla e malattie autoimmuni.
Le proprietà dei polifenoli, in particolare nel tè verde, si evidenziano infatti nella capacità di bloccare la crescita tumorale.
Relativamente all'azione antiossidante, è stato peraltro osservato che una miscela di catechine di tè risulta molto più attiva dei singoli componenti, interagendo sinergicamente e positivamente con caroteni, caffeina e vit.C.
La frazione fenolica del tè è stata anche sfruttata in alcuni studi tecnologico-applicativi per la prevenzione dell'ossidazione di alcuni alimenti (in particolare quelli ricchi in lipidi), rivelandosi un efficace antiossidante naturale.
Sebbene i polifenoli del tè siano in grado di limitare l'assorbimento di alcuni elementi, primo fra tutti il ferro, è stato dimostrato che l'assorbimento del ferro emico non viene variato significativamente (Arlorio, 2004).
È da notare peraltro che le sostanze contenute nel tè possiedono una tossicità molto bassa, quindi è ipotizzabile il loro isolamento per utilizzo diretto come fitocomplessi, anche sotto forma di integratori alimentari, peraltro già in commercio da alcuni anni.
Come è emerso da alcune ricerche il tè svolge anche un'azione ipocolesterolemica che può contribuire alla prevenzione delle malattie cardiovascolari.